
Canederli dell’Hotel Andes
Continua il nostro tour “cammino-gastronomico” (come l’ho ribattezzato io!!) nel cuore della Val di Fassa in Trentino.
In questa tappa, dopo una giornata di escursione tra rifugi ad alta quota, dove non ci siamo risparmiati salite né discese (per la cronaca la discesa è più difficile della salita) ma neanche un succulento mega-biscotto di pasta frolla alla marmellata, rigorosamente fatta in casa dal rifugio di turno, abbiamo concluso con una tipica cena “ladina” con i Canederli dell’Hotel Andes, cavallo di battaglia del bravissimo Chef dell’Hotel Andes (di cui vi ho parlato anche nel post sugli spaztle)!
So bene che, attualmente, a casa nostra ci sono circa 40°C con l’80% di umidità, quindi alla sola pronuncia della parola “Canederli”, vi viene da star male; ma vi assicuro che quassù, ci stavano tutti (dopo il temporale di oggi, poi!!).
La nostra escursione prevedeva tre “tappe-rifugio“: noi le chiamiamo così per far camminare un po’ più volentieri le nostre figlie, dato che ad ogni rifugio è prevista una sosta con tanto di cioccolata, fetta di torta (considerate che le porzioni qui sono extra-strong!!!) e timbro rifugio!!
Il timbro del rifugio sul Passaporto delle Dolomiti è d’obbligo, ed è una usanza che piace a grandi e piccini!. Si tratta di un vero e proprio passaporto con le pagine divise per zona geografica delle Dolomiti; ogni rifugio ha un proprio stemma o simbolo ed un timbro che si può apporre sulle pagine del Passaporto per tenere traccia dei propri percorsi..
Manco a dirlo, i timbri più gettonati sono quelli dei rifugi ad alta quota, a dimostrazione del fatto che “Ci sei arrivato!”. Si, perché la montagna è anche questo: una sfida contro sé stessi, contro le proprie paure e la fatica; ad esempio, io per fare un passaggio in discesa ad alta quota c’ho messo quasi 1o minuti e mi ci è voluto un aiuto, ma la soddisfazione di esserci riuscita è unica!!
E, quando arrivi in vetta e ti sembra ti toccare il cielo con un dito, guardi sotto di te il sentiero in lontananza e le persone che sembrano solo un puntino, osservi la salita che hai fatto e pensi <<Si! ce l’ho fatta>>, la tua autostima vola alle stelle.
Ed è una grande prova anche per i bimbi, che imparano ad avere rispetto della natura, ad imparare a riconoscere un tipo di sentiero da un altro, a combattere le proprie paure, ad amare la montagna ma sempre rispettandola e conservando quel tanto di timore che basta per mantenere la concentrazione a livelli altissimi, perché la montagna è come il mare: non perdona!
E forse è anche questo che amo della montagna; il fatto che mentre cammini devi sempre mantenerti concentrato su quello che fai e non pensi al lavoro, alle email da rispondere, alle mille cose da fare e quelle che ti sei lasciato dietro.
In cima alla vetta la testa è libera e pronta per assaporare l’aria pura di alta quota e i rumori della natura. E dopo la camminata, un bel piatto di Canederli dell’Hotel Andes, e via!!!
In questa tappa siamo partiti da Rifugio Gardeccia (1949 m.slm), che abbiamo raggiunto con pulmino dalla stazione di Pèra, in direzione della prima tappa: il Rifugio Vajolet (2243 m. slm), dove ci siamo concessi un biscotto di pasta frolla (a forma di Torri del Vajolet!!) e un buon bicchiere di bevanda allo sciroppo di sambuco, fresca e dissetante.

Pausa golosa al rifugio Vajolet
Poi abbiamo proseguito percorrendo una salita più impegnativa fino al Rifugio Passo Principe (2601 m.slm).

Vista del rifugio Passo Principe
Dopodichè, dopo una veloce pausa pranzo, nonché un suggestivo balletto improvvisato su un cumulo di neve ghiacciata…
ci siamo incamminati in un altrettanto impegnativo ritorno a valle, di nuovo rigorosamente a piedi…..
Dopo una giornata così, un bel piatto di Canederli era il minimo!!!!
Canederli dell’Hotel Andes
Anche per questa ricetta, così come per quella degli Spatzle, vi lascio direttamente la versione originale ricevuta direttamente dal gentilissimo Chef Andrea Cedrone dell’Hotel Andes, il quale ci ha raccontato che, questa pietanza, della Tradizione Trentina si è prestata a diverse interpretazioni, nel corso del tempo e nel susseguirsi di cuochi differenti. La versione che ci ha proposto lo Chef, invece, cerca di rispettare i canoni originari al fine di far scoprire (e riscoprire) i sapori autentici di questo piatto; semplice ma con origini Nobili.
Ingredienti (x 4 persone)
20 gr di cipolla
20 gr di burro
100 gr di formaggio (di montagna tipo Tilsiter)
150 gr di pane bianco, raffermo tagliato a dadini
2 uova intere
100 ml di latte
1 cucchiaio di farina
1 salsiccia
20 gr di speck
2 cucchiai di erba cipollina tagliata finemente
sale e pepe, q.b.
2 lt. di buon brodo di Manzo
Procedimento
Sbucciare la cipolla, tagliarla finemente e rosolarla nel burro, unire la salsiccia e lo speck e cuocere dolcemente.
Tagliare il formaggio a dadini ed unirlo in una ciotola al pane. Aggiungere il soffritto precedentemente cotto.
Amalgamare lentamente, unire l’erba cipollina e mescolare, condire con sale e poco pepe.
Incorporare la farina e impastare energicamente; unire le uova, il latte e continuare fino a che il composto non ha raggiunto la consistenza opportuna.
Formare, con le mani bagnate, delle palline (tipo polpette).
Nella versione presentata dallo Chef i Canederli dell’Hotel Andes vengono cotti nel brodo di manzo, fino a che non vengono a galla e serviti nelle cocotte mono-porzione.
Per una variante “asciutta” dei Canederli dell’Hotel Andes, portare ad ebollizione dell’acqua in una pentola capiente, versare i canederli e farli cuocere fino a che non vengono a galla.
Scolarli, disporli su piatti singoli da portata, cospargerli di parmigiano, versare il burro di nocciola e guarnire con erba cipollina.
E voi? Non avete fame????
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